Quando venne presentata, al salone di Tokio del1968, presentava un motore a 4 tempi e 4 cilindri in linea da 736 cm³ dotato
di distribuzione in testa a catena, in un panorama in cui la maggior parte dei modelli di larga produzione presentavano le valvole in testa, ma avevano ancora la distribuzione ad aste e bilancieri. Nel panorama delle maximoto del tempo era l'unica che presentava quel tipo di caratteristiche; le concorrenti più accreditate presentavano dei frazionamenti del motore diversi, le Moto Guzzi V7 Sport, Laverda SF, Ducati 750 GT, Norton Commando e BMW R75/5 presentavano motori a 4 tempi ma bicilindrici, le Kawasaki 750 H2 eSuzuki GT 750 presentavano invece propulsori a 2 tempi.
Non si può dire comunque che questa soluzione tecnica fosse stata né ideata dai tecnici del Sol Levante (la belga FN costruiva moto a 4 cilindri già negli anni dieci), né sviluppata dagli stessi (MV Agusta, Benelli, Ducati e Gilera partecipavano alle competizioni motociclistiche con modelli quadricilindrici e la Moto Guzzi aveva realizzato anche una V8 da corsa già nel 1957). Il merito dei giapponesi fu di industrializzare l'idea: cioè di progettare un sistema di costi e di catene produttive che ne consentisse la realizzazione in serie. Inoltre i tecnici della Honda erano riusciti a risolvere in serie, senza costi stratosferici, tutti i problemi legati a un progetto di tale complessità: accoppiamenti e tolleranze di estrema precisione, scelta di materiali di alta qualità, finanche i problemi legati alla manutenzione e all’assistenza tecnica sul territorio.
Via wikipedia.
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